Tutti gli sport attingono dalle squadre giovanili, dai vivai, per avere a disposizione le nuove leve che rimpiazzino quelli che sono arrivati a fine carriera. Si tratta di un processo naturale, il tempo passa per tutti, anche per gli sportivi più forti e medagliati.
L’ippica è già di per se uno sport particolare nel quale il binomio uomo – cavallo deve funzionare alla perfezione per il raggiungimento dei risultati. È uno sport che necessità di particolari caratteristiche fisiche e attitudinali per poter essere praticato e la selezione per accedervi è già, in parte, stabilita a priori da Madre Natura.
A calcio un ragazzo di qualsiasi statura può giocare, trovando il ruolo giusto per le sue caratteristiche fisiche. L’ippica, un ragazzo alto, la può seguire dalla tribuna di un ippodromo.
Già, il fantino, un mestiere difficile e rischioso che deve essere appreso precocemente e che ha bisogno di tempi lunghi per superare la fase di apprendistato e sfociare nel professionismo e, anche qui, la selezione data dal traguardo può essere spietata.
Perché questo lungo preambolo? Semplicemente per dire che l’ippica italiana sembra aver rinunciato ad avere le nuove leve, gli allievi fantini. L’ultimo corso di formazione professionale (obbligatorio da frequentare e superare per ottenere la licenza dal Ministero) si è svolto nel 2010 a San Rossore, dove era stata creata una struttura “mobile” che si apriva con l’arrivo dei finanziamenti e si chiudeva a corsi ultimati. Superfluo, forse, ricordare chi è passato dai banchi di questa scuola ippica, anche perché, tra non molto, alcuni di loro sarà in età da pensione.
A parte un mini-corso che permise a fantini come Saiu e Di Tocco di prendere la licenza, poi il vuoto assoluto. E questo vuoto i giovani che vogliono intraprendere questo mestiere lo hanno colmato con un altro vuoto: se ne sono andati all’estero a frequentare le blasonate accademie di Francia e Inghilterra.
Poi, una volta che questi neo fantini hanno conseguito la licenza per montare in corsa, all’estero restano perché hanno una maggior sicurezza per il loro lavoro e poi iniziano a vincere e a trovarsi la fidanzata e a costruire famiglia. All’estero. E in Italia la categoria si è estinta.
Domenica 4 dicembre, a San Rossore, potremo vedere all’opera uno di questi ragazzi: si chiama DAVIDE CIROCCA e dalla sua Sardegna se n’è andato in Francia dove ha già iniziato a montare in corsa. A metà settembre il suo debutto italiano, a Chilivani.
È giovane, leggero (monta a 50 kg) e sarà impegnato nelle due corse per i Purosangue Arabo oltre a essere disponibile per altri ingaggi.
Gli auguriamo di avere una carriera ricca di successi e, magari, che riesca a cogliere il primo di una lunga serie proprio qui a San Rossore.